Prima il ministro Di Pietro promette di clonare in Second Life l’intera Italia dei Valori. Ora anche il ministro degli Esteri Massimo D’Alema muove i primi passi virtuali nell’universo creato da Linden Lab aprendo “in via sperimentale, un Istituto Italiano di Cultura”. Avete capito bene: da ieri Second Life ospita il “primo centro di promozione culturale nazionale che vede la luce sul web, nel cuore di una complessa realtà culturale internazionale in costante cambiamento.”
Ora, qualcuno si compiacerà del fatto che la politica italiana si sia accorta del fenomeno Second Life nonché delle implicazioni socio-culturali che il suo crescente successo di pubblico suggerisce. Altri biasimeranno questa perdita di tempo e risorse, bollandola non senza ragione come presenzialismo da “furbetti” in cerca di visibilità a basso costo. Personalmente non posso che notare e sottolineare l’amara ironia sottesa alla presenza della classe politica italiana nel mondo fittizzio (e schizofrenico) di Linden Lab.
Per saperne di più:
– Il comunicato stampa del Ministero degli Affari Esteri
(Via Mantellini)
Tutti i politici vivono già in una “second life”…e per giunta totalmente staccata dalla realtà, a differenza di quella di Linden Lab. Un mondo virtuale fatto di stipendi faraonici, dibattiti lunari e protezioni sanitarie per i conviventi che molti di loro voglio negare alla gente normale.
Comunque sia, è meglio se iniziano ad accorgersi del web. E, si spera, non solo a fini propagandistici.