
Quando ci siamo conosciuti a Milano lo scorso giugno, David Orban ha condiviso con me la sua visione sul futuro dei mondi virtuali on line come Second Life o World of Warcraft: “La questione non è se i mondi virtuali sono qui per restare, perchè questo è fuor di dubbio – mi spiegava con entusiamo – La vera questione è come fare a renderli interoperabili. All’alba di internet anche i primi provider non comunincavano tra loro e distribuivano posta elettronica solo ai loro rispettivi utenti. Oggi l’interoperabilità di tali piattaforme è un dato di fatto scontato e sono certo che presto lo diventerà anche per gli universi 3D on line. E’ solo questione di tempo”.
Ora, a quattro mesi di distanza, provate a mettere in relazione queste interessanti affermazioni con l’annuncio, fresco di stampa, che il colosso tecnologico IBM e la software house creatrice di Second Life, Linden Lab, lavoreranno assieme per realizzare l’interoperabilità tra mondi virtuali e consentire agli utenti di usare una “single online persona in different online services”. E’ un passo in avanti che sono gli stessi utenti ad esigere, ma anche fortemente “motivato” da centinaia di milioni di dollari di investimenti nel settore.
David aveva ragione.
Fico. Proprio in questi giorni mi chiedevo quando ci sarebbe stata la possibilità di far giocare un Habbo ad Albatross18 mentre chatta su Second Life. Mai più senza, eh.
Ci aspettano tempi veramente interessanti se riusciremo a sopravvivere… Qui in Italia dobbiamo ancora convincere le persone a connettersi 😐