
Ciclicamente si torna a parlare di Return Of Investment del corporate blog. Oggi il tema viene rilanciato da Charlene Li di Forrester Reaserch, con la pubblicazione di uno studio nel quale ri-tenta di definire i criteri per calcolare il Blog ROI. Peccato che la survey del documento, in un passaggio che si riferisce al case study sul blog di General Motors, a mio avviso sembrerebbe ammettere l’inutilità dell’intero studio: “as you can see, this process and framework is not cut and dry, black and white. Rather, it’s highly subjective, requires tremendous judgment, and is open to interpretation. But it is a starting point for an otherwise nebulous activity”. Insomma, il blog ROI si può misurare ma non è un’operazione standard, quindi incaricate noi che ve lo facciamo bello bello come pr GM.
Per conto mio, preferisco fare appello alla mia proverbiale generosità e riproporvi, ancora una volta gratuitamente, le osservazioni di Shel Israel sullo stesso argomento, da me raccolte a roma qualche tempo fa: “Il blog e il ROI: l’ansia di calcolare e quantificare il “Return of Investment” ha condotto a scelte disastrose nella storia del markenting. Chi si affida completamente ad esso dimentica che lo strumento non consente di quantificare i reali (ed enormi) vantaggi derivanti dal fare blogging e parlare direttamente ai clienti. Ne risulta un ritardo da parte delle aziende nell’adozione di uno strumento che invece consente di avvicinarsi al cliente, fare appello alla sua “saggezza” e da essa trarre spunto e ispirazione.”
Chiaro, semplice, efficace.