
CheckOut non è solo un corporate blog di Wal-Mart. ChekOut è la dimostrazione che un’azienda può realmente imparare dai propri errori e fare meglio. Anche nella blogosfera.
Non è passato molto tempo da quando lo scandalo dei fake blog di Wal-Mart realizzati da Edelman ha fatto epoca. Come forse ricorderete, si trattava di falsi blog creati ad arte dalla PR Agency statunitense e spacciati per spontanee manifestazioni di affetto da parte di una clientela entusiasta. L’inganno venne presto smascherato e l’operazione si trasformò inevitabilmente in una debacle mediatica per i protagonisti.
Non in vano a quanto sembra.
CheckOut è il riscatto di Wal-Mart che, comprese le dinamiche e le regole di ingaggio della conversazione nella blogosfera, ha scelto di aprire un blog gestito da dipendenti “senza museruola”. E non dipendenti qualunque: si tratta di “buyers”, come normalmente vengono definiti i responsabili di settore il cui lavoro è sentire il polso della clientela, individuare trend e, infine, decidere cosa finirà sugli scaffali di Wal-Mart.
Un ruolo delicato che gli editor di Checkout, tutti opportunamente presentati con tanto di bio e foto, svolgono senza peli sulla lingua. Non mancano infatti le critiche dirette ai fornitori, tra cui anche un nome illustre come Microsoft, né manca lo spazio in cui i lettori del blog possono fare le loro rimostranze, porre domande, dare suggerimenti.
Il perché di una tale, affascinante rivoluzione nella comunicazione di Wal-Mart lo rivelano i diretti interessati parlando con un giornalista del New York Times: riassumendo, il blog nasce per mostrare al pubblico che dietro la multinazionale ci sono “persone vere”, per rendere visibile anche all’esterno la loro “personalità” e lasciare che pertecipino a una “vera conversazione”.
La domanda è: tanta sincerità non sarà pericolosa? Di certo qualcuno finisce col risentirsi, ma è il prezzo da pagare quando si dice la verità. Un prezzo necessario considerato che, comunque, “i lettori si accorgono subito se ciò che viene scritto è genuino o monitorato”. Quindi tanto vale dire le cose come stanno ed essere sinceri, altrimenti è meglio lasciar perdere prima di cominciare.
Per saperne di più:
– Il blog di Wal-Mart: CheckOut
– The New York Times: “Wal-Mart Tastemakers Write Unfiltered Blog“