Francia, cinque giornalisti racconteranno il mondo visto solo attraverso Facebook e Twitter

Segregati in una fattoria francese come fossero protagonisti del Grande Fratello, per cinque giorni cinque giornalisti non avranno altro contatto con il mondo se non Twitter e Facebook.

Le due piattaforme, che insieme contano circa 400 milioni di utenti, saranno per loro le uniche fonti alle quali attingere per scovare le notizie, selezionarle, verificarle e scrivere il pezzo quotidiano. Sono banditi giornali, televisione, radio e anche cellulari, né sarà loro possibile navigare il web fuori da Facebook e Twitter. Come se non bastasse, ogni giorno i cinque professionisti dell’informazione provenienti da Belgio, Canada, Francia e Svizzera dovranno inviare un servizio ciascuno alle radio per cui lavorano.

Un esperimento indubbiamente interessante, durante il quale le “cavie” metteranno alla prova i social network nel loro ruolo di fonti d’informazione del futuro e, al contempo, cercheranno di capire se sono ancora in grado di fiutare lo scoop, evitare le bufale, stare sul pezzo e costruire la notizia quando le informazioni arrivano sotto forma di “status update” e “tweet”. Soprattutto evitare le bufale visto che, probabilmente, più d’un utente vorrà divertirsi a confezionare false notizie per trarli in inganno e prendersi gioco di loro. Staremo a vedere

In attesa di avere i primi risultati dalla Francia (l’esperimento inizia il primo di febbraio), vale intanto la pena citare una ricerca realizzata da Cision e George Washington University, nella quale si afferma che per l’84 per cento dei giornalisti americani i social network non sono fonti affidabili.

Nel rapporto si legge che:

89% of journalists said they turn to blogs for story research

– 65% to social media sites such as Facebook and LinkedIn

– 52% to microblogging services such as Twitter

– 61% use Wikipedia

However:

– Eighty-four percent said social media sources were “slightly less” or “much less” reliable than traditional media.

– And 49% said social media suffers from “lack of fact checking, verification and reporting standards.”

Traducendo: i professionisti dell’informazione sono scesi a patti e hanno inserito i social network tra gli ingredienti della loro dieta mediatica quotidiana, ma la difficoltà oggettiva nel verificare fatti e notizie complica il loro lavoro e turba sistematicamente il loro sonno.

(Via)

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