
“In Vivavoce” è il contenitore pomeridiano di Radio 1 che ogni giorno segue le notizie principali e la loro evoluzione. «Uno sguardo disincantato al costume, alla cronaca, alla politica, lungo un inedito filo conduttore che, oltre la linea delle notizie, tiene insieme i fatti principali e una colonna sonora originale», si legge nella presentazione del programma.
Più disincantato che mai, ieri ho partecipato a una puntata dedicata allo stato delle cose in Italia e in Europa rispetto alla diffusione delle auto elettriche e, più in generale, alla gigantesca trasformazione in corso nell’industria automotive, che sta cambiando l’idea stessa di mobilità.
Con me erano ospiti anche Marta Paterlini, ricercatrice al Karolinska Institute di Stoccolma e giornalista scientifica, e l’ottimo Udo Gumpel, corrispondente in Italia della tv tedesca RTL. Per conto mio, ho aperto questa sezione del programma rispondendo a domande sullo stato dell’arte del mercato di EV in Italia e abbiamo parlato di:
– incentivi dati, tolti e comunque da più parti invocati perché ritenuti necessari per superare la transizione dall’endotermico all’elettrico;
– di come la rivoluzione in corso non riguardi solo il prodotto auto, ma anche tutta la filiera, dalle fabbriche che lo costruiscono, a chi produce l’energia per alimentarlo, passando per chi sviluppa le infrastrutture di ricarica o deve produrre e smaltire le batterie, fino ai decisori pubblici. Perché l’elettrificazione della mobilità è una rivoluzione che riguarda e coinvolge tutti gli stakeholder, a ogni livello;
– e, infine, delle difficoltà intrinseche a una poderosa transizione che non nasce dalla maturità delle tecnologie o dalla domanda di mercato, ma da regole imposte dall’alto, figlie delle necessità di fronteggiare il cambiamento climatico.
Necessità indiscutibile, ma che a conti fatti ci ha costretto a inseguire precipitosamente un cambiamento per il quale forse non eravamo ancora pronti.
Un click qui per ascoltare l’intervento