
Mal comune, mezzo gaudio verrebbe da dire. Ormai sono anni che mi occupo di corporate blogging e, inevitabilmente, sottolineo il pesante ritardo accumulato nel settore dall’Italia rispetto agli Stati Uniti. Ora invece una ricerca realizzata da Lewis PR punta il dito contro l’intera Europa, evidenziando cifre avvilenti: nel vecchio continente l’incidenza del corporate blogging è pari al 2.5% contro il 14% degli Stati Uniti ed il 5.5% dell’area asiatica. La ricerca è liberamente consultabile in PDF: per conto mio vi anticipo che nello studio l’Italia esce, come al solito, con le ossa rotte dal confronto con la maggior parte delle nazioni europee, già in ritardo per conto loro.
Un panorama tutt’altro che incoraggiante ma – attenzione – non privo di seducenti attrattive: in qualsiasi settore, e dunque anche nel corporate blogging, la totale assenza di iniziative è un problema grave finché perdura, ma rappresenta anche una ghiotta opportunità per coloro i quali per primi avranno il coraggio di colonizzare il territorio vergine della nuova comunicazione aziendale. Avanti allora: chi vuol essere il primo?
Via Giacomo Dotta
Grazie dell’informazione, leggerò con attenzione, anche, qs ricerca.
Effetivamente conconcordo che quando il terreno è vergine sia più facile introdurvisi e che quindi questo valga anche per le aziende del nostro paese.
A monte di questo vanno però considerati gli aspetti di organizzazione del lavoro dell’azienda che devono essere pronti per un orientamento al cliente degmno di questo nome e, nello specifico, le risorse umane, economiche e temporali da dedicare al blog.
saluti.
Pier Luca Santoro