Dematerializzare, digitalizzare, informatizzare. Tre parole magiche che ieri giornalisti e fotografi, stretti e accaldati nello studio di Renato Brunetta, hanno sentito ripetere più e più volte dal ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione.
L’occasione era la presentazione alla stampa di tre progetti pilota, avviati in agosto e realizzati con il contributo sia tecnologico che economico (al 100%) di Microsoft Italia.
Nei sei mesi che ci separano dalla scorsa estate, la Regione Friuli Venezia Giulia ha visto “sparire – inghiottiti dalla digitalizzazione – 1280 metri di scaffali cartacei”, assicurandosi – come ha spiegato il presidente Renzo Tondo – un risparmio per circa 500mila euro l’anno;
L’università Roma Tre è passata dalle tradizionali linee telefoniche fisse al Voip (anzi è stata “voipizzata” per usare le parole del ministro), e da febbraio ospiterà un Centro di competenza per il Voip che fornirà il know how per la futura applicazione di questa tecnologia nella Pubblica Amministrazione. Per la cronaca, i prossimi ad essere “voipizzati” dovrebbero essere l’università di Tor Vergata e La Sapienza.
Il terzo progetto realizzato da Microsoft puntava – sempre secondo la retorica brunettiana – alla creazione della “scuola del Futuro”. All’atto pratico è consistito nell’informatizzazione dell’Istituto Tenico Commerciale e per il Turismo Statale “M. Laporta” di Galatina (LE), la cui inaugurazione è prevista per il prossimo 31 gennaio.
La scuola è stata oggetto di un’iniezione di hardware e software che dobrebbe moltiplicare l’efficacia dell’insegnamento ma che, per il momento, ha dato soprattutto modo a Brunetta di interrogare implacabilmente il preside Angelo Rampino su numero e caratteristiche delle macchine installate nella scuola. La difficoltà con cui questi tentava di rispondere ribadisce – a mio avviso – la necessità di formare i docenti oltre che di creare le pur necessarie infrastrutture tecnologiche.
Era presente anche Pietro Scot Jovane, AD di Microsft Italia, che a fine incontro ha sottolineato la facilità con cui queste esperienze possono essere replicate altrove, grazie soprattutto alla “scelta di una piattaforma open source aperta (licenza shared source) e riutilizzabile in qualsiasi scenario senza restare dipendenti da noi”.
Insomma, una presentazione pittoresca ma interessante, organizzata con sapiente tempismo per introdurre ieri concetti ed esempi di buone pratiche che torneranno assai utili oggi, quando verrà presentato a Palazzo Chigi il programma E-Gov 2012 e Brunetta illustrerà quale percorso d’innovazione attende la Pubblica Amministrazione italiana.