Media sociali e media tradizionali, due facce della stessa medaglia

“Oggi è diventato impossibile, e anacronistico, tracciare una linea netta di demarcazione tra media sociali e media tradizionali. Ormai sono tutt’uno.”

E’ questo, in sintesi uno dei passaggi chiave del rapporto “Five Digital Trends to Watch”, realizzato da Edelman Digital e anticipato in un post dal Senior VP Steve Rubel.

Molti gli spunti interessanti:

– La aziende (almeno negli States n.d.r.) hanno finalmente iniziato a comprendere l’importanza dei social media e a considerare, per esempio, i blogger un parte importante dell’ecosistema mediatico. I più illuminati li vedono addirittura come “cassa di risonanza” con l’aiuto del quale definire, e persino ri-definire, le strategie di comunicazioni.

– Oggi “all media is social and all social is media”. Molti PR tendono a trattare “ordinary citizens, traditional journalism and branded content” come isole separate l’una dall’altra e dimenticando che si tratta sempre di un unico “arcipelago”.

– Secondo Biving Group, nel 2008 il 58% dei giornali americani (sempre negli USA) ha veicolato attraverso i propri siti un qualche tipo di contenuto generato dagli utenti (nel 2007 la percentuale era del 24%).

Il mix include:

– user-generated photos: 58%
– user-generated video: 18%
– user-generated articles: 15%

Ancora, il 75 dei giornali (ovvero più del doppio rispetto al 2007) consente agli utenti di commentare propri articoli

– Facebook, Friendfeed e Twitter sono oggi a tutti gli effetti fonti essenziali di news ed informazioni per milioni di persone.

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