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Piano e-Gov2012: obiettivi vs mezzi

Per prima cosa vi invito caldamente a dare uno sguardo al piano e-Gov 2012 appena presentato dal ministro per la Pubblica Amministrazione e per l’Innovazione Renato Brunetta, consultabile sul sito del ministero. Se avete fretta, potete ricorrere all’agile management summury in formato PDF.

Qui mi limito a

1) riportare alcuni semplici (e disarmanti) dati che emergono dai documenti:

– in Italia solo il 17% delle famiglie usa internet
– mentre la media europea è del 32%
– nei grandi paesi europei il valore sale al 40%
– nei paesi del Nord Europa raggiunge il 60%

2) elencare diligentemente i quattro ambiti di intervento prioritari indicati nel piano:

settoriali, riferiti alle amministrazioni centrali dello Stato e alle Università: oltre 20 progetti
territoriali, riferiti sia alle regioni che ai capoluoghi: oltre 40 progetti
di sistema, mirati allo sviluppo di infrastrutture, come il Sistema pubblico di connettività, o di capacità, come i progetti per ridurre il digital divide e migliorare l’accessibilità dei servizi: 4 macroprogetti
internazionali, per mantenere un forte impegno sia nella rete europea delle infrastrutture, sia nella rete europea dell’innovazione e delle best practice.

3) a riportare, infine, la sintesi finanziaria che definisce l’attuale copertura del sopracitato, ambizioso piano e-Gov 2012:

(clicca sull’immagine di seguito per vedere l’ingrandimento)

sintesi finanziaria paino e-gov2012

Sarete d’accordo con me che qualcosa non torna.

Comunicazione 2.0 in salsa italiana. Gli utenti facciano la loro parte

Meglio tardi (e male) che mai. Con i suoi cinque anni canonici di ritardo rispetto al contesto statunitense, anche il mondo aziendale italiano prende atto di quel cambiamento in corso noto come web2.0 e muove passi incerti.

Era ora. Quando 4 anni fa ho iniziato a trattare l’argomento, mai avrei creduto di poter accendere un giorno il computer, consultare l’aggregatore e scoprire in una sola volta che:

  • 1) Toyota ha aperto un blog per lanciare la nuova iQ (lascio agli autori un’altra settimana di rodaggio prima di esprime qualsiasi giudizio);
  • 2) Fiat ha aperto un blog (intitolato simpaticamente duePUNTOzero) per aggregare la community di clienti Punto (leggi: uno splendido raccoglitore di comunicati stampa commentabili);
  • 3) Vodafone ha messo in piedi un Lab online fatto di forum, wiki e blog (pessima scelta di tempi, viste le polemiche intorno al lancio dell’iPhone e alle indegne tariffe dati);
  • 4) Visa ha investito due milioni di dollari per creare una business community su Facebook

In tutti i casi menzionati, lo scopo dichiarato – nobilissimo – è aprirsi alla “conversazione” in corso nella Rete, dialogare con gli utenti, confrontarsi a viso aperto con la clientela, condividere informazioni.

In tutti i casi menzionati lo scopo è, a mio avviso, in gran parte disatteso.

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