
Mandarina Duck scende nell’arena della blogosfera e apre il suo corporate blog. Si chiama Duck Side e, devo ammetterlo, mi sembra tecnicamente ben fatto: la grafica è originale e accattivante fin dalla testata, la “strumentazione” è completa e vanta un numero insolito di link a vari strumenti di social networking (Del.icio.us, OKNotizie, Segnalo, Furl, Digg), opportunamente posizionati al di sotto di ogni post. C’è perfino il trackback, in genere assente dai (pochissimi) corporate blog italiani.
Corretta la policy del blog, condivisibile oltre che espressa con chiarezza e brevità. Purtroppo anche questa volta essa disciplina il comportamento dei soli lettori, senza nulla dire delle direttive concordate con gli editor. Un’anomalia tutta italiana, dove si tende a credere che “policy” significhi solo “quello che il lettore non può fare sul nostro sito”, mentre invece dovrebbe chiarire anche di cosa sono autorizzati a parlare gli editor, quali temi sono tabù per l’azienda, fin dove si può spingere la conversazione. Se si riuscisse ad essere trasparenti su questi passaggi, allora sì che il corporate blog sarebbe “un modo nuovo per dialogare, riuscendo a trasformare ogni utente da consumatore a partecipante, proprio come il Web 2.0 si propone di fare”, come sostiene il direttore generale di Mandarina Duck Aldo Nicola Aramini.
Detto questo, mi sembra che le premesse per fare bene ci siano tutte. Non resta che vedere se i contenuti saranno all’altezza del buon blog implementato da WebRanking. Già, perchè in caso contrario anche la miglior tecnologia non può nulla contro la noia.
Anch’io sto seguendo il loro blog con interesse. Tra poco il blog compirà un mese, vedremo quando compirà un anno se il bilancio avrà il segno + o –