Twitter killed the blog star

Eric Case è product manager per Blogger.com, piattaforma di blogging gratuito targata Google. In un’intervista rilasciata a BusinessWeek, Case ha affermato che “questa cosa che chiamiamo blogging sta svanendo per essere sostituita da nuovi modi di postare e condividere cose”. Tra questi, secondo il manager di Mountain View figura in primis Twitter, servizio che consente agli utenti di condividere semplici e brevi “tidbits of life” al posto di lunghi ed elaborati post pieni di “deep thoughts”. Il blogging, insomma, avrebbe le ore contate. Non solo: in questo contesto di condivisione di pensieri brevi e fugaci, il device principe per immetterli in rete sarà il cellulare. Risultato: il post svanisce per far luogo all’SMS/MMS.

Un’immagine del futuro che tutto sommato non mi sento di condividere. Mi sorge anzi il sospetto che tanto pessimismo in casa Google verso le sorti del blog derivi dall’esperienza con la sola piattaforma Blogger.com, piuttosto che da un reale contatto con la blogosfera nella sua interezza. Magari mi sbaglio.

(via)

8 pensieri su “Twitter killed the blog star

  1. Googlisti

    Bè, visti i “precedenti”, viene da chiedersi quanto tempo passerà prima che Google fagociti anche l’IM cinguettante o ne realizzi un clone, magari integrato con Gmail, Gtalk, Gmaps, Gdocs e chi-più-ne-ha-più-ne-metta?

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  2. Matteo.Balzani

    spezzo anch’io una lancia per il blog. Ormai dovremmo aver capito che quando arriva un nuovo tool non spazza via gli altri ma si integra. La frammentazione dei supporti e dei mezzi è una parte fondante di quello che chiamiamo web2.0: chi vorrà condividere idee complesse utilizzerà il blog, chi vorrà mandare rapidi messaggi twitter, chi vorrà farsi vedere i video, chi vorrà farsi sentire i podcast.
    ma alla fine, non sono i blogger quelli che prima degli altri provano tutte queste cose e ne parlano nei blog? 😉

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  3. DElyMyth

    Twitter e’ veloce e capillare, vero, ma un blog e’ consultabile anche a distanza di mesi, questi possono essere i punti di forza di un blog rispetto a twitter, le cose dove twitter, nemmeno con estensioni del servizio, difficilmente riuscira’ a soppiantare i blog.

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  4. alberto d'ottavi

    uhmmmm… io invece sono abbastanza d’accordo. credo il blog strumento adatto per una fascia tutto sommato ristretta d’utenza. bisogna scrivere e leggere. chi ne ha voglia?

    il “cazzeggio” invece è una vera categoria non solo dello spirito ma del mercato, un’industria importante. è numericamente più rilevante. ed è certo che tutti gli strumenti vanno verso presenza e real-time

    grafico: in orizzontale sviluppo funzionale, in verticale età del target. i quotidiani li metterei in alto a sinistra (alta età, scarse funzioni), twitter (i tool di presence in generale) in basso a destra

    poi è vero che i tool si integrano, ma se aggiungessimo una terza dimensione, e cioè la quantità di dati scambiati, sono sicuro che il cerchio in basso a destra sarebbe molto, molto più grande di quello in alto a sinistra… (almeno in prospettiva, come diceva il post)

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  5. Francesca

    Perchè quando si è diffuso l’uso di sms la gente non ha smesso di telefonare? Forse perchè in certi casi l’uso del messaggio di testo non può esaudire il nostro desiderio di conversare, spiegare, argomentare?

    E’ piuttosto normale inviare un sms quando si ha la necessità di comunicare un’informazione limitata oppure si ha solo voglia di perdere un po’ di tempo (capita anche questo, non storcete il naso). Ma in certi casi, quando dobbiamo affrontare un discorso più articolato e complesso, il messaggino non è sufficiente.

    …e se stesse succedendo la stessa cosa in rete?

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  6. [mini]marketing

    anche secondo me: ogni nuovo tool raggiunge un suo spazio fisiologico corrispondente ai bisogni degli utilizzatori. chi “twittava” antelitteram gia’ con il blog, trovera’ in twitter uno strumento piu’ consono. tuttavia paragonare twitter alla blogosfera è come paragonare un’auto vera a un modellino in scala, mi sembra prematuro.

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