
Una rondine non fa primavera, ma due? Fino a ieri fa il social lending era un illustre sconosciuto in Italia. Oggi, invece, le iniziative sul nostro territorio sono addirittura due: oltre al già citato Zoopa.it, esiste anche Boober Italia, sito di “peer-to-peer lending” nato a metà novembre dalla join-venture tra l’omonima società olandese e l’italiana Centax.
Come funziona Boober: “Gli utenti agiscono in totale autonomia. Chi richiede un prestito decide tutte le condizioni del finanziamento: ammontare, tasso d’ interesse e durata. Chi invece desidera prestare denaro è libero di indirizzarlo solo alle richieste di prestito che ritiene vantaggiose. Il denaro, inoltre, viene trasferito in automatico tra i conti correnti degli utenti, solo quando le richieste di prestito risultano interamente finanziate. Ecco perché su Boober non è necessario depositare il proprio denaro su conti virtuali, né gestire alcuna operazione di trasferimento (bonifici, addebiti etc…). Il richiedente colloca la proposta e il finanziatore aderisce alle richieste che ritiene vantaggiose.”
Riflettendoci, veder nascere due iniziative come queste nello stesso mese e in “terra vergine” sembrerebbe suggerire che un nuovo mercato del prestito, fuori dal controllo delle banche tradizionali, stia emettendo i primi vagiti. Fondamentale per il successo dell’operazione è ovviamente che i lenders, ovvero chi presta denaro, abbiano sufficienti garanzie e traggano giusti vantaggi dal proprio investimento.
Serve insomma un po’ di “rodaggio” per registrare la risposta degli utenti italiani prima di poter parlare di idea geniale o fallimento.
Personalmente dubito che la diffidenza degli italiani possa far decollare questo tipo di attività (leggi anche Zopa)