Dopo l’11 settembre la sicurezza a bordo degli aerei è diventata, come è noto, priorità assoluta negli Stati Uniti. In aeroporto, i complessi controlli antiterrorismo costano ai viaggiatori lunghe attese e malumori che sempre più spesso sfociano in sonanti proteste.
In Italia quest’ultime difficilmente avrebbero avuto (e di fatto hanno) seguito. In America è la stessa Transportation Security Administration (TSA) che corre ai ripari aprendo un filo di comunicazione diretta, e bidirezionale, con i viaggiatori.
Fate attenzione. Non si tratta di un numero verde, ma di un blog dall’eloquente titolo “Evolution of security” il cui claim lascia spazio a pochi dubbi: “Terrorists Evolve. Threats Evolve. Security Must Stay Ahead. You Play A Part.”
Il concetto è semplice: la TSA chiede aiuto all'”intelligenza collettiva” e trasforma i clienti delle compagnie aeree in suoi inviati sul territorio nazionale, dove questi rilevano e segnalano mancanze, falle nella sicurezza, inutili lungaggini e quant’altro. Lo scopo è far evolvere la sicurezza con il contributo di tutti, specie di coloro che la vivono sulla propria pelle.
Ma la notizia veramente interessante è che, sebbene solo agli inizi, l’interazione tra viaggiatori e TSA ha già portato i suoi preziosi frutti. Nell’ultimo post pubblicato si parla infatti di “vittoria della blogosfera” dopo che i lettori hanno segnalato, e permesso di correggere con poche telefonate, una prassi irregolare ( fastidiosa) in uso in alcuni aeroporti.
Per chiudere, i fatti narrati ribadiscono un concetto ovvio ormai dovunque tranne che in Italia. Dare ascolto all’intelligenza collettiva è utile e porta miglioramenti solo se si è realmente disposti a fare propri, e mettere in pratica, i suggerimenti più sensati.
Quel che si dice fantascienza per le pubbliche amministrazioni nostrane.