Ieri segnalavo l’ennesima censura della Rete operata dal Governo cinese, questa volta ai danni di Youtube. Le autorità di Pechino hanno infatti reso inaccessibile in Cina il servizio di video-sharing, reo di ospitare immagini non autorizzate della durissima repressione in corso in Tibet. Oggi il nostro direttore Luca Ajroldi pubblica a nome del gruppo un appello a boicottare le olimpiadi di Pechino:
“Gesto politico, privo di valore economico ma che scarica le coscienze che rimordono. E tutto questo mentre i monaci e i cittadini devono subire una repressione brutale, con i carri armati per le strade di Lhasa e l’esercito che spara sulla popolazione inerme. Communicagroup si schiera con il popolo tibetano e invita tutti i suoi lettori a far sentire la loro voce contro questo “genocidio culturale”.
Io mi associo. E voi?
potra sembrare strano ma io penso che non si debbano boicottare le olimpiadi.
Sarà che credo molto nella loro
funzione di fratellanza come facevano un tempo (forse mi sto riferendo a un
tempo molto lontano come le lotte nel
pelopponeso tra ateniesi e spartani).
Tuttavia credo alla resistenza dei
tibetani… sono convinta che debbano lottare ma non boicattando le olimpiadi.
o comunque sarebbe stato più opportuneo
non affidare le olimpiadi (con il significato che portano dietro) alla
Cina.
Mi associo. I fatti tibetani e anche quelli in Birmania sono però solo la punta dell’iceberg nero di nome Darfur, meno colorato e forse per questo trascurato dalla TV, ma con milioni di morti (neri anch’essi).
E per una volta che il Papa attuale s’è degnato di nominarlo, l’informazione l’ha traformato in “Africa”. Ma ricordiamoci sempre che il boicottaggio dev’essere l’ultima possibilità, in un mondo nel quale valgono solo le medaglie e centinaia di atleti in centinaia di nazioni vivono quattro anni in attesa dell’evento promozionale dei loro sport.
Io ci ho provato.
Ho fatto un post polemico sul mio blog e mi hanno massacrato 😦
Però ci sto e sto contribuendo con quel microbo di diffusione che riesco a fare.
Ciao