Quando mancano poche ore alla cerimonia d’inizio delle Olimpiadi di Pechino, la Rete cinese lancia la campagnia on line per “coprire” l’evento con tonnellate di contenuti in testo, audio, video da far circolare “liberamente” in internet attraverso servizi tipicamente web2.0.
Lo strumento preferito dai promotori dell’iniziativa (definita “spontanea” dalla fonte cinese Danwei) è la piattaforma per il micro-blogging Twitter che, con i suoi mini-post da 140 caratteri pubblicabili anche via cellulare, ben si presta al racconto sintetico ed in tempo reale di questo come di ogni altro evento.
L’idea proposta due giorni fa da tre internauti cinesi – Steven Lin (aka Flypig), Wang Li Ang (aka Webleon) e Chloe Gu (aka Babechloe) – è abbastanza semplice: tutti coloro che sono in grado di pubblicare “twit” e qualsiasi altro contenuto on line riguardante le Olimpiadi, sono invitati a “markare” la propria pubblicazione con il Tag #080808.
Così facendo, ogni contenuto diventerà immediatamente rintracciabile attraverso motori di ricerca come Tweet Scan, Twitter Search, Technorati, Baidu e (ovviamente) anche il solito Google.
Insomma, se desideravate seguire in tempo reale tutto il “Buzz” relativo alle Olimpiadi cinesi, ora potete farlo consultando una marea di User Generated Content facilmente rintracciabili grazie al Tag #080808. Se poi siete troppo pigri per mettervi fare ricerche, esistono già mini-siti come questo che aggregano in un’unica pagina materiale pubblicato su piattaforme diverse.
Per quanto mi riguarda, da “vecchio dietrologo” quale sono, mi piace pensare che l’iniziativa (maturata in un contesto chiuso e controllato come quello del web cinese) non abbia nulla di “spontaneo” e, anzi, sia sapientemente pilotata da quegli stessi “censori” che ogni giorno decidono cosa gli internauti d’oltre Muraglia debbano o no poter “cliccare”.
Detto fra noi, se così fosse l’intera storia testimonierebbe un’attenzione e un’astuzia straordinarie con cui il governo di Pechino affronta e gestisce la propria comunicazione nell’epoca del web2.0, rendendo l’intera operazione molto più intrigante e interessante.
Quello che verrà pubblicato sarà un banco di prova importante per verificare la tua ipotesi di pilotaggio dall’alto della comunicazione.
Soprattutto se dovessero succedere scandali imprevisti potremo vedere come vengono coperti.
Ho idea che non riusciranno a controllare solo una minima parte di quello che verrà detto.
Per finire, anche io mi stupisco moltissimo di quanto il governo/sistema cinese sia riuscito a sfruttare positivamente e in modo efficace i nuovi strumenti social per incrementare l’eco dell’evento in tutto il mondo con ricadute positive sulla loro immagine nel mondo anche per chi non parteciperà a Pechino.
Noi, ad esempio, non avremmo fatto nulla di tutto ciò in Italia. Sicuro.
Caro Nereo,
temo proprio tu abbia ragione sulla questione dell’Italia.
In fondo ce lo vedi Berlusconi, auto-definitosi vecchio signore che ignora cosa sia internet, che dà mandato a Scajola di mobilitare il web2.0 per promuovere questo e quell’evento?
L’idea che SB non sia in grado di “controllare” il web2.0 mi infonde un minimo di speranza: non vorrei trovarlo un giorno tra i miei followers ad augurarmi il buongiorno!
😉
per fortuna il web è vola più alto dell’anatra alla pechinese…:)