Oggi al Romecamp il professor Davide Bennato ha affrontato un tema di indubbio fascino quando ha spiegato come, “utilizzando la metafora del mercato per aggregare informazioni, si possano prevedere eventi futuri”.
Il contesto è quello dei mercati predittivi (o predictive markets): “sono una tecnica che sfrutta una serie di applicazioni Internet – spiega Bennato -progettate per sfruttare l’intelligenza collettiva degli internauti come risorsa per prevedere il futuro di alcuni eventi”.
Per riuscire nel “miracolo” si applica la logica della borsa valori a titoli che rappresentano idee invece di aziende quotate: in questo caso i trader vendono e acquistano (con soldi veri o virtuali) azioni relative ad una precisa affermazione sul futuro, determinando così delle fluttuazioni del prezzo.
“Alla chiusura del mercato, l’andamento delle contrattazioni tra un numero sufficientemente alto di trader avrà determinato un certo valore alle azioni. Questo valore definisce la probabilità che ha l’evento stesso di verificarsi”.
In pratica, analizzando i trend delle scommesse si può avere un’idea attendibile di cosa succederà in futuro.
Perchè tutto questo è web 2.0? Perché anche qui è centrale la raccolta e l’organizzazzione della “intelligenza collettiva” e perché oggi questo processo viene fatto attraverso piattaforme che dal web 2.0 traggono strumenti e ispirazione.
Un esempio per capire meglio: in America il sito HSX.com, raccoglie scommesse sull’andamento del mercato di Hollywood (quale sarà il film di maggior successo, quale l’attore, chi vincerà l’oscar) e da esse deduce previsioni di mercato utili per la pianificazione degli Studios, rivendute agli stessi sotto forma di consulenza.