Stati Uniti, AOL sempre meno portale e sempre più network di blog

Sembra ieri che America On Line, il più grande service provider americano, acquisiva il nano-publishing network Weblogsinc. Invece era il 2005, e l’affare da 25 milioni di dollari (fluiti nelle tasche del fortunato nano-publisher Jason Calacanis) sembrò ad alcuni la fine del blog network destinato – si diceva – ad essere snaturato dalla gestione “tradizionalista” di AOL-Time Warner.

Nel giro di tre anni molte cose sono accadute, compresa la defezione di Calacanis stesso, uscito dal progetto per dedicarsi alla creazione di uno “human-powered search engine”. Oggi una cosa appare certa: l’entrata di Weblogsinc in AOL non ha snaturato il network; al contrario, ha innescato un processo di rinnovamento magari lento, ma sicuramente profondo e rivoluzionario nel gigante americano.

Ha determinato un cambiamento di mentalità tale da indurre oggi il management a creare una nuova business unit, MediaGlow, espressamente dedicata alla gestione e allo sviluppo dei numerosi blog in cui la presenza on line di Aol è sempre più frammentata.

“Instead of having a handful of front doors, we’re creating dozens if not hundreds of front doors that are more relevant to advertisers,” spiega infatti al New York Times Bill Wilson, già publishing executive di Aol e presto presidente di MediaGlow, chiarendo anche come la strategia dell’azienda, che mira a lanciare 30 nuovi blog solo nel 2009, preveda una “total reinvention of the company”.

“Reinvention” che, in soldoni, farà del sito di Aol sempre meno un portale e sempre più un aggregatore/coordinatore di blog impegnati a presidiare le nicchie di interesse più disparate. Una costellazione di siti verticali e diversi tra loro attraverso i quali – è bene ricordarlo – un’agenzia pubblicitaria senza i paraocchi può e sa veicolare pubblicità assai più mirata e rilevante sia per gli inserzionisti che per i potenziali clienti.

Un’informazione diversa, i cui principi appaiono ormai scontati per chi – come noi – da anni crede, investendo tempo e denaro, nel nano-publishing, ma che per un media publisher tradizionale ed elefentiaco come Aol-Time Warner deve suonare oggi innovativa né più e né meno dell’invenzione della ruota o della scoperta del fuoco.

Chissà che non sia l’occasione buona per l’editoria tradizionale di uscire dall’età della pietra.

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