La nuova Rete non è solo social networking. Il web come lo conosciamo oggi trabocca di tecnologie abilitanti che consentono all’uomo della strada di produrre e immettere in Internet contenuti di ogni tipo. A essere sinceri, una fetta consistente di questi contenuti generati dagli utenti merita l’oblio nel quale ricade abbastanza rapidamente. Poi, per fortuna, c’è anche il vero talento: quello che fino a ieri sarebbe sfuggito ai tradizionali sistemi top-down di selezione del valore e che oggi, al contrario, può conquistare con le sue sole forze un meritato posto sotto i riflettori.
La storia del web offre molti esempi a sostegno di questa tesi, l’ultimo dei quali è recentissimo e può essere rapidamente riassunto così:
Il giovane regista uruguayano Pedro Alvarez ha a disposizione un computer e del software sufficientemente potenti da generare effetti video che solo cinque anni fa sarebbero costati milioni di dollari. Ha in mente un’idea per creare un prodotto di valore e lo realizza spendendo una cifra irrisoria (300 dollari), quindi lo carica gratuitamente su Youtube dove tutti possono vederlo, giudicarlo e, se lo ritengono opportuno, segnalarlo ad amici e conoscenti.
Il risultato è presto detto: in breve tempo, il video intitolato “Ataque de pànico” viene visto quattro milioni di volte. Tanto successo desta l’attenzione di Sam Raimi e della sua casa di produzione Ghost House Pictures che offre ad Alvarez 30 milioni di dollari per sviluppare il concept e farne un film vero e proprio. In poco più di un mese, Alvarez è passato da sconosciuto film maker a regista di un potenziale blockbuster hollywoodiano.
Riassumendo: il talento e la disponibilità di strumenti a basso costo hanno generato il contenuto di qualità. La Rete e le piattaforme di condivisione hanno consentito di condividerlo con il mondo e il successo di pubblico ne ha confermato il valore, portandolo all’attenzione di un produttore abbastanza accorto da saper cogliere l’occasione al volo.
Il futuro della creatività e del business che intorno ad essa prolifera passa insomma per la disintermediazione totale portata in dote dal web, che di fatto semplifica e, anzi, favorisce l’emersione del talento come mai era stato possibile prima d’ora.