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Dal Metaverso alla Metamobilità

Quando l’industria automotive, la robotica e il metaverso si incontrano, nasce la Metamobilità. O almeno così dice Hyundai, che al CES di Las Vegas ha svelato la sua strategia intitolata “Expanding Human Reach”, dove la robotica agirà come mezzo per collegare il mondo virtuale e quello reale, plasmando e trasformando la mobilità del futuro in ogni sua accezione. Compresa quella degli oggetti, per cui Hyundai ha coniato la definizione Mobility of Things (MoT).

L’idea, almeno sulla carta è molto interessante: in un mondo iperconnesso, i robot potrebbero dunque diventare i nostri avatar nel mondo fisico, da guidare a distanza ovunque ci troviamo, una volta entrati nel Metaverso. Facciamo un esempio: vi trovate in viaggio, lontano dalla vostra casa, ma dovete dare da mangiare al gatto; nella visione di Hyundai, un domani potrete accedere a una perfetta copia digitale della vostra casa nel metaverso, dove prendere il controllo di un robot capace nutrire e abbracciare il vostro animale domestico, magari dall’altra parte del mondo.

E se tutto questo può già sembrare incredibile, non è che l’inizio: Hyundai ha infatti presentato anche le sue piattaforme modulari Plug & Drive (PnD che) e Drive & Lift (DnL), soluzioni all-in-one per la Mobility of Things (MoT), che utilizzano sensori LiDar e telecamere per leggere l’ambiente e muoversi in esso. Insieme, esse possono essere utilizzate per rendere mobili (e quindi anche comandabili a distanza tramite il Metaverso) oggetti normalmente inanimati, dai piccoli manufatti, ai mobili.

Hyundai immagina che queste soluzioni vengano utilizzate in futuro ad esempio per agevolare il movimento delle persone con disabilità, per automatizzare la logistica, persino per creare spazi interni riconfigurabili (ad esempio con mobili e sedie che si muovono e spostano per soddisfare ogni necessità).

Non sembra male, e potrebbe essere un uso del Metaverso diverso e molto più utile da quello prospettato da Zuckerberg, che proprio di recente ha riportato in auge questo termine evocando una (per molti versi) agghiacciante versione 3D del suo Facebook.

Staremo a vedere: intanto sarebbe bene che tutti fossimo vigili, il più possibile informati e accorti nell’uso delle nuove tecnologie di cui disponiamo e di quelle che verranno. La tecnologia è uno strumento: a fare la differenza è il modo in cui la mettiamo a frutto, che a sua volta dipende da quali valori ci diamo, quali regole, ma anche e soprattutto da che tipo di società vogliamo diventare, da come ci immaginiamo fra dieci, venti o cinquant’anni.

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