
Torno adesso dalla presentazione del rapporto E-Family 2007, presentato a Roma da Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici e da ANIE, Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche. In breve, secondo la ricerca realizzata da Niche Consulting, le famiglie digitali italiane costituiscono ormai il 60 per cento della popolazione e “nelle case degli italiani raddoppiano gli accessi a banda larga, i cellulari Umts, le stampanti multifunzioni e gli apparati audio e tv hi-tech. Siamo primi al mondo per la telefonia mobile, ma il digital divide continua a lasciare fuori anziani, casalinghe e chi ha scarsa dimestichezza con l’inglese”. Questo detto in estrema sintesi: personalmente mi riservo di tornare sull’argomento oggi e nei prossimi giorni con vari post, provando a riepilogare le varie ed interessanti questioni emerse durante il convegno e restate fuori dal comunicato stampa degli organizzatori.
Ecco una breve (e incompleta) anticipazione di cosa parleremo nei prossimi post:
1) Digital divide (soprattutto tra giovani e anziani).
2) La famiglia (home market) si innova molto più velocemente delle aziende (business market).
3) La scarsa conoscenza dell’inglese è ancora un grave handicap (ed una causa di digital divide) per i tre quarti della popolazione italiana.
4) C’è un forte interesse da parte del pubblico per un fornitore unico di telefonia fissa, broadband, pay-tv e cellulare.
5) Le donne hanno recuperato molto del loro ritardo nell’adozione delle nuove tecnologie.
6) La penetrazione dei pc nelle case si è arrestata, mentre è letteralmente esplosa la diffusione dei gadgets tecnologici (come iPod e affini)
7) Si diffondono gli hardware e i software: che ne è dei contenuti?
restate sintonizzati.