Dopo l’incontro con Bruce Perens

Bruce Perens is a very nice guy. Non voglio certo rubare il mestiere ai colleghi di Gnuvox, ma vale la pena spendere due parole sull’incontro tra questo cortese signore dell’open source e il gruppetto di blogger (me compreso) che ha aderito all’invito di Roberto Galoppini. Dei molti temi sollevati durante l’incontro, tutti molto intressanti, tre mi hanno colpito in particolare:

1) Del software adoperato dalle aziende, il 30 5 per cento è “differentiating software”, ovvero legato al core business dell’azienda e necessario a renderla diversa dalle altre, unica in ciò che è in grado di offrire (es: Amazon “recommendation” feature; Google “page rank”). In questo caso si tratta di un bene che può aver senso tenere lontano da occhi indiscreti.
Il restante 70 95 per cento è invece “non differentiating software”, perché serve a svolgere tutta una serie di task comuni a tante aziende, se non a tutte (es: sistemi operativi, web servers, word processors).

Secondo Perens questo deve essere distribuito con i codici sorgente aperti, messo a disposizione della vasta comunità di sviluppatori che popola il pianeta, lasciato “crescere e evolversi” liberamente. Rinchiudere tale software e svilupparlo in proprio significa infatti sostenere un costo altissimo e insensato, ma anche porre un inutile limite al suo miglioramento.

Ho chiesto Perens come reagiscono le aziende quando comunica loro questa sua visione delle cose: ha risposto che prima la prima reazione era in genere molto negativa, ma che ora i suoi interlocutori iniziano ad ascoltarlo. Anzi, almeno dieci tra le prime cento compagnie presenti nella classifica Fortune si avvalgono direttamente della sua consulenza per realizzare questo modello di business.

2) Il meccanismo delle software patent statunitense espone qualsiasi azienda software al rischio di infrangere, spesso involontariamente, un brevetto e, quindi, di sostenere gli altissimi costi legali di una causa per “patent infringement”. Costi che le grandi aziende possono anche permettersi di affrontare, ma che invece funzionano come pesante deterrente per le software house più piccole. Il risultato? “This is no Justice”.

3) L’invenzione della stampa e la libera circolazione delle informazioni hanno determinato e favorito la nascita e diffusione della democrazia nel mondo. La concentrazione del controllo dei media nelle mani di una potente oligarchia ha rischiato di cancellare questa fondamentale conquista della società moderna. Ora spetta ai blogger il difficile compito di garantire la libera circolazione delle informazioni e, con essa, il ritorno della democrazia. Per dirla con Perens, “Bloggers are expected to save the world”.

Un pensiero su “Dopo l’incontro con Bruce Perens

  1. Roberto Galoppini

    Bravo Alessio, hai riportato uno dei passaggi più interessanti dell’incontro, infatti non è un caso che la mattina di venerdì abbia dedicato tanto tempo alla questione dei brevetti software mentre negli eventi a seguire (club dirigenti tecnologie dell’informazione, festival dell’innovazione) abbia prestato molto meno attenzione al tema.

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