Perchè PayPerPost piace agli investitori

Chi segue questo blog da qualche tempo conosce bene il mio “interesse” verso PayPerPost (PPP). Agli altri basti sapere che si tratta di un’azienda americana che paga i blogger in cambio di “product review” e che, inizialmente, non imponeva ai “collaboratori” di indicare con chiarezza quali post fossero scritti “su commissione”, diventando di fatto dei redazionali. In questi giorni, a quasi un anno di distanza dalla sua nascita e dopo aver infine inserito una disclosure obbligatoria nel contratto con i blogger, l’azienda ha registrato un secondo round di finanziamenti pari a 7 milioni di dollari. Sommati ai precedenti 3, confermano la fiducia degli investitori nel modello di business ideato dal CEO Ted Murphy.

Una riflessione: a conti fatti, la popolarità di PPP presso i venture capitalist deriva dal fatto che Murphy compra le recensioni dei blogger e, sebbene non imponga loro un giudizio positivo, in ultima analisi lo determina pagando solo chi parla bene del prodotto. Si tratta insomma di uno User Generated Advertising più sicuro e controllabile, che sembra fatto apposta per “sedurre” i media buyers. Tradotto: se non puoi battere la blogosfera fattela amica o, ancora meglio, comprala. Una strategia di certo più semplice che non produrre qualcosa di veramente valido e che la gente possa elogiare di sua spontanea volontà.

2 pensieri su “Perchè PayPerPost piace agli investitori

  1. markingegno

    […] inizialmente, non imponeva ai “collaboratori” di indicare con chiarezza quali post fossero scritti “su commissione”

    inizialmente? dunque non e’ piu’ cosi’?

    Dobbiamo aspettarci che le piattaforme blog implementino un nuovo tag? il tag marchetta!?!

    Magari saro’ smentito, ma credo proprio che sara’ necessario individuare un modello di business alternativo, non vedo proprio come un opinion leader possa mantenere il suo status nel momento in cui dichiara di scrivere su pagamento o ancora peggio lo fa senza dichiararlo.

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  2. Anonimo

    No: ora payperpost impone ai blogger una “disclosure obbligatoria” per i post scritti a pagamento.
    http://tinyurl.com/299rlm

    Rispetto al tag “marchetta”, mi sembra calzi a pennello : )
    Se vuoi, puoi fare una ricerca sul motore interno del blog inserendo payperpost: troverai altre utili informazioni, compresa una breve intervista al CEO ted murphy.

    Rispondi

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