Proprio nei giorni scorsi, mentre mi trovavo ad Udine per State of The Net, parlavo con qualcuno dei limiti di Facebook e dei social network in generale. Fra questi trovo decisamente insopportabile l’obbligo di “spammare” con inviti almeno 10 contatti ogni volta che si vuole provare un servizio nuovo. Vuoi accedere a “vattelapesca 2.0”? Prima invita al servizio altri venti mal capitati la cui unica colpa è essere tra i tuoi contatti. In caso contrario, vattela a prendere in tasca. Niente servizio. Neanche una sbirciatina.
Il tema può sembrare frivolo, ma non lo è: la dinamica alla base dei social network, nonché una ragione importante del loro successo, risiede nella possibilità data agli utenti di condividere con i propri amici un pensiero, un’informazione, uno scopo e, sempre più spesso, un servizio. Che serva per sapere quali sono i prossimi eventi seguiti dai tuoi conoscenti (Upcoming), per mandare loro un bacio (Kiss Me), o per rimorchiare un/a sconosciuto/a (Hot or Not), tale servizio avrebbe dovuto e dovrebbe conoscere un successo proporzionato alla propria qualità o, almeno, alla propria reale popolarità (le due cose raramente coincidono).
Tutt’altro: con “l’invito obbligatorio” i programmatori avevano a tutti gli effetti trovato il modo di forzare questo meccanismo di diffusione “virale” (un tempo si sarebbe detto “a macchia d’olio”) dei loro “prodotti d’ingegno”, costringendo gli utenti a “pagare in contatti” (non è un errore di battitura) un servizio non richiesto e, a voler ben guardare, tutt’altro che “gratuito”.
Ora per fortuna tutto sembra destinato ad avere fine: sembra infatti che qualcuno in Facebook si sia finalmente svegliato è abbia vietato l’odiosa pratica dell’invito obbligatorio, pena lo “shutdown” del servizio.
Meglio tardi che mai, aggiungerei.
sono pienamente daccordo con te, frequento facebook da una settimana ed è stata la prima cosa negativa che ho notato – se la risolvono molto meglio per tutti
Questo è un limite di facebook ma è anche una risorsa. Utilizzo Facebook da più di un anno, da quando ero in Erasmus a Copenhagen. In Italia non si ha la minima idea delle potenzialità di questo social network. Organizzavo e organizzo tutt’ora feste ed eventi con amici.. da tutto il mondo!!