
Ethan Beard non è il primo né sarà probabilmente l’ultimo a fare il grande passo. Come già altri manager in forze a Google prima di lui, oggi anche l’ex direttore del dipartimento social media lascia Mountain View per involarsi verso Facebook, nuova seducente terra promessa dei residenti a Silicon Valley.
Con Beard sale a 5 il numero di mega-dirigenti persi da Google, seguiti da un numero imprecisato ma pare consistente di quadri minori, tutti insieme migrati allegramente verso il social network fondato da Mark Zuckerberg. Una vera è propria fuga di cervelli – o di “problema Facebook”, come in molti già lo definiscono – che oggi mette l’onnipotente Google nella stessa scomoda posizione toccata a Microsoft pochi anni prima, quando erano i manager di quest’ultima a migrare verso l’azienda di Brin e Page, in cerca di nuove sfide ed emozioni.
Corsi e ricorsi storici. Senza contare il fatto che parte dei cervelli in fuga non necessariamente finisce in Facebook o in qualsiasi altra multinazionale. Sempre più spesso, infatti, i “fuorisciti” fanno anche di peggio quando per esempio usano i soldi della liquidazione incassata da Google proprio per fondare nuove start-up, oppure si trasformano in “angel investor” che, paradossalmente, favoriscono la nascita dei futuri concorrenti della stessa casa di Mountain View.
Corsi e ricorsi storici dicevo, quindi tutto sommato nulla di nuovo sotto il sole. Ora la cosa interessante sarebbe capire con un po’ d’anticipo quale sarà la prossima “tappa” dopo Facebook.
Suggerimenti?
Per saperne di più:
– Quanti cervelli in fuga da Google – “Il problema si chiama Facebook”