Anche LinkedIn, social network professionale che raccoglie oltre 30 milioni di professionisti sparsi in tutto il mondo, “tira la cinghia” ed effettua tagli al personale. Vanno infatti a casa 36 dipendenti su 370, vale a dire circa il 10 per cento della forza lavoro impiegata.
Una scelta dettata – riferisce Techcrunch – dalle pressioni che l’onnipresente Sequoia Capital, principale finanziatore di LinkedIn, ha esercitato ed esercita affinché si riducano al minimo i costi di gestione.
Vista da questa parte dell’oceano, e sopratutto da questo inaffidabile Paese, tale operazione di consolidamento colpisce soprattutto perché arriva subito dopo una raccolta fondi che ha riversato 22,7 milioni di dolari nelle casse di LinkedIn, denaro che si somma ai 53 milioni di dollari raccolti solo lo scorso giugno e che contribuisce a stabilire il valore dell’azienda intorno al miliardo di dollari.
Non abbastanza, evidentemente, per dissuadere i finanziatori dall’applicare una severa politica di consolidamento del business finalizzata a contrastare la tempesta che sferza tutti i mercati del pianeta.
Una lezione che qui da noi più di qualcuno farebbe bene ad imparare.
beh, in genere qui i tagli son sempre apprezzati e sostenuti. purche’ riguardino ‘ben altro’ e gli altri. 🙂