UPDATE: mentre scrivevo questo post, rabbia e stupore hanno trovato sfogo anche su Facebook, dove una nota della portavoce Tania Sachs ha già 10mila commenti, mentre un’altra nota dell’avvocato di Rossi ne conta oltre duemila.
Rispetto a quest’ultima aggiungerei che, a prescindere dal contenuto, se su Facebook pubblicate la nota scritta di pugno da un avvocato che inizia il discorso con “Prendendo atto del contenuto diffamatorio delle ultime dichiarazioni rese sul sito di Nonciclopedia, si deve precisare quanto segue.“, beh, allora direi che ve la state proprio cercando.
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E’ la dura legge del social web. Da una parte Vasco Rossi usa i suoi legali per spaventare gli amministratori del sito satirico Nonciclopedia (rei di ospitare una pagina che si prende gioco del rocker), e alla lunga li induce a chiudere i battenti; dall’altra la rabbia e lo stupore per l’accaduto di molte persone trova subito – a torto o a ragione – visibilità e risonanza in rete attraverso Twitter.
Mentre scrivo l’hashtag #vascomerda è primo tra le “tendenze” di Twitter in Italia (foto – seguito da Nonciclopedia, e #noncivasco) mentre è terzo nelle “tendenze universali”, dove peraltro sono presenti anche nome e cognome del cantante e rimandano a molti degli stessi commenti poco lusinghieri.
Alcune considerazioni al volo:
1) Quello di Rossi (anzi di chi gli gestisce la comunicazione) non è il primo né sarà l’ultimo, evitabilissimo errore nella gestione delle PR online. Bastava fare una ricerca su Google per capire che l’uso eccessivo e prolungato di avvocati nella gestione delle relazioni online nuoce gravemente alla salute, eppure ci sono cascati con tutte le scarpe. Personalmente mi riesce difficile capire perché personaggi, istituzioni e aziende preferiscano continuare a farsi del male in questo modo (o comunque tendano ad affidarsi nella gestione delle Pr a chi consente che se ne facciano), ma tant’è. Quisque artifex eccetera. Accadrà ancora, almeno finché questa gente continuerà a reagire secondo logiche vecchie e lise a situazioni completamente nuove.
2) Secondo un costume “mooolto italiano”, mi sembra che da qualche tempo a questa parte si stia diffondendo dalle nostre parti la simpatica abitudine di usare Twitter come gogna mediatica, dove la gente accorre lietamente a bersagliare il colpevole di turno pur sapendo poco o nulla del perché gli altri ce l’abbiano con lui. Basta leggere i tweet raccolti sotto #vascomerda per accorgersi che molti parlano giusto per partecipare, per il gusto del “da-sein”, o meglio ancora per sfogare antiche antipatia mai sopite. Non sono l’avvocato di Vasco Rossi (che non amo e non stimo), ma se il linciaggio mediatico di una persona qualunque, di un VIP o di un brand deve essere il prezzo da pagare perché Twitter sia diventato mainstream anche qui da noi, beh, allora anche no.
3) Fenomeni come questo vanno studiati con attenzione sia perché sono rivelatori del mondo che ci aspetta se passa questo o il prossimo provvedimento “ammazzablog”, sia perché alzano la palla a chi le leggi le fa e intende farle per tutelare se stesso, i propri interessi e quelli della propria casta. Che si riempie la bocca con parole come “regole”, “privacy” e “sicurezza” ignorandone il vero significato ma conoscendone bene la potenza se opportunamente sfruttate, se usate come leva per muovere a sostegno dei propri fini l’opinione pubblica che resta lontana dalla rete e che la teme.
Insomma, che Vasco Rossi abbia torto o meno, a me sembra che il recente successo dell’hashtag #vascomerda sollevi molti più problemi di quanti noi se ne voglia vedere e – possibilmente – affrontare.
Sbaglio?
UPDATE 2: tra le molte critiche vuote e la marea di insulti che hanno ricoperto Rossi in queste ore, ogni tanto emerge anche qualcosa di leggero, creativo e divertente che merita di essere citato. Come ad esempio questo video:
no non sbagli. In queste occasioni, meno rare di quello che si pensi, a me viene sempre di fare un passo indietro per guardare un po’ più “da lontano” quello che succede e anche questa volta, come in altre situazioni, mi sono trovato a farmi una domanda:
veramente si sono fatti del male? Che danno REALE avrà Vasco Rossi da questa situazione?
perchè troppo spesso ho la sensazione di essere come i vermi dentro il sacchetto del pescatore. Ogni tanto ne viene preso uno, viene infilzato su un amo e l’intero sacchetto di vermi sia agita. E i vermi dall’interno del sacchetto dicono “guarda, ha preso uno di noi e ora siamo tutti agitati, cosi la prossima volta vedrai che avrà paura a rimettere la mano nel sacchetto”. Però l’agitazione del sacchetto non porta grossi danni al pescatore, che nel frattempo sta mangiando il suo bel pesce, pescato grazie al verme che ha “ignobilmente” strappato ai suoi amici. 🙂
visti il tono e la qualità dei commenti alla nota della portavoce Tania Sachs sulla pagina facebook di Vasco Rossi sono proprio curiosa di sapere se la prossima mossa dell’avvocato riguarda la querela di Zuckerberg, dei singoli utenti che hanno rilasciato commenti decisamente poco educati o di entrambi …
quello che vasco non vuole si legga: http://i.imgur.com/wHw9f.jpg
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