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Dalla “Coda Lunga” al Design passando per l’Italia – Intervista con Chris Anderson (Wired US)

Cinque anni fa incontrai per la prima volta Chris Anderson a Milano, dove venne per parlare di “Coda Lunga”. Ieri un nuovo incontro a Roma, dove è giunto per aprire oggi l’evento World Wide Rome, secondo appuntamento del ciclo di conferenze organizzate da Tecnopolo Spa e Asset-Camera “per fare decollare davvero la cultura digitale”.
Due incontri, due interviste, la seconda delle quali – concessa in esclusiva – è Oggi su Il Sole 24 Ore, a pagina 23 e si intitola “Il Design, la marcia in più dell’Italia“. Eccone l’Incipit:

La rinascita economica di una nazione si costruisce sulla sua eredità culturale. E se il Paese in questione è l’Italia, allora si è avvantaggiati in partenza. La marcia in più, figlia di una cultura intrisa di ogni forma d’arte è «il Design (con la “d” maiuscola ndr), che si rivela centrale alla ripartenza dell’industria nel mondo e per il quale il Paese gode di grande credibilità a livello globale». Parola di Chris Anderson, direttore di Wired US e guru dell’innovazione di fama internazionale, oggi a Roma per World Wide Rome, secondo appuntamento del ciclo di conferenze organizzate da Tecnopolo Spa e Asset-Camera.

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Nel caso vi interessi la prima intervista, ancora attuale, iniziava invece così:

Conversando con Chris Anderson (Wired Magazine)
Quando il direttore di Wired Magazine viene in visita a Milano, l’unica è prendere il primo treno e andare ad intervistarlo. Fortuna vuole che Chris Anderson sia non solo l’autore dell’ormai famoso libro “The Long Tail” (2006), ma anche un giornalista e un blogger che sa ben apprezzare una conversazione in puro stile web2.0.
Con mezz’ora abbondante a disposizione, abbiamo chiacchierato amabilmente di “Coda Lunga” e della libertà di scelta che essa finalmente concede al consumatore, ma anche della cosiddetta “social networking revolution” e di come questa stia influenzando il modello economico descritto da Anderson nella sua affascinante teoria.
Teoria che, dopo due anni di studio e approfondimento, l’editor-in-chief di Wired ha ritenuto opportuno estendere oltre i confini del solo media and entertainment market, ipotizzandone l’applicazione praticamente in qualsiasi contesto commerciale.

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Lessig, Google Books e il futuro della cultura

Lawrence Lessig dice la sua sull’accordo tra Google e l’associazione degli editori americani, grazie a cui milioni di libri oggi fuori stampa verranno scannerizzati e resi disponibili online attravreso Google Books.

In un lungo saggio, pubblicato su The New Republic e intitolato “For the Love of Culture – Google, copyright, and our future”, il principale sostenitore della riduzione delle restrizioni legali sul diritto d’autore evidenzia i limiti dell’accordo (165 pagine liberamente consultabili), sottolineando in particolare i pericoli per la libera circolazione della conoscenza derivanti dalle attuali leggi sul diritto d’autore.

The deal constructs a world in which control can be exercised at the level of a page, and maybe even a quote. It is a world in which every bit, every published word, could be licensed. It is the opposite of the old slogan about nuclear power: every bit gets metered, because metering is so cheap. We begin to sell access to knowledge the way we sell access to a movie theater, or a candy store, or a baseball stadium. We create not digital libraries, but digital bookstores: a Barnes & Noble without the Starbucks.

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