Facendo due conti, in quattro anni ho scritto circa 3mila post, molti dei quali intorno all’argomento corporate blogging. Un archivio ricco e vasto ha principalmente due caratteristiche:
The good one: è un’enorme risorsa di spunti, notizie e riflessioni.
The bad one: spunti, notizie e riflessioni sono molto diluite e difficilmente fruibili, specie per chi approccia il blog per la prima volta.
Da qui l’idea di cominciare a scrivere con una certa regolarità “how to” e set di “Consigli” per riepilogare, e rendere quindi nuovamente disponibile, il frutto della mia conversazione con voi, on e offline:
Sette consigli per un buon corporate blogging
1) Non precipitate le decisioni – Avete aspettato tanto prima di decidervi a scendere nell’arena della blogosfera: attendere qualche minuto in più non farà una gran differenza. Prima di muovere un passo, assicuratevi invece di comprendere bene la portata e le implicazioni del vostro progetto di corporate blogging. Cercate di capire se avete “in casa” le risorse e le competenze necessarie a portare l’impresa a compimento con successo. Nell’incertezza, chiedete consiglio a chi tra i vostri colleghi ha fatto “il salto della barricata” o, meglio ancora, a un esperto del settore.
2) Smettete di vendere e iniziate a dialogare – E’ fondamentale che a parlare siano delle persone in carne e ossa. Con nomi, cognomi, short bio e foto a descriverne puntualmente il profilo in apposito spazio del blog. Se necessario, le vostre “voci” possono anche essere affiancate e supportate da professionisti esterni, ma devono essere comunque interne all’azienda. Il volto umano della vostra azienda non può che essere quello dei vostri dipendenti, di qualunque livello siano.
3) Definite e condividete le regole della conversazione – Avere una Policy che definisca le regole di comportamento per chi viene a farvi visita sul blog non solo è un vostro diritto, ma anche un vostro dovere. L’importante è che tali regole siano ragionevoli, chiare, concise e, soprattutto, che vengano condivise con il lettore. Patti chiari, amicizia lunga.
4) Munitevi di un piano editoriale – Per quanto ne condivida la piattaforma software, il vostro blog non è quello di un privato cittadino che può scrivere quello che vuole e quando più lo desidera. Valutate i temi sui quali vi interessa confrontarvi con i lettori (avendo cura di scegliere quelli su cui avete realmente qualcosa da dire), allestite una “macchina redazionale”, un coordinamento delle vostre “voci” capace di produrre contenuti con continuità e coerenza, sappiate raccogliere gli spunti provenienti dal mondo circostante e dai lettori. Dotatevi, insomma, di un piano editoriale.
5) Valorizzate le vostre risorse umane – La forza di un’azienda risiede nel talento di chi ci lavora: dare voce a quel talento può essere la migliore delle pubblicità possibili. Non solo: visto che conversare significa anche crescere, fare corporate blogging si rivelerà una grande opportunità di formazione per i vostri dipendenti.
6) Non temete il confronto né lo scontro – la vostra comunità di riferimento è la vostra ricchezza: conversare con essa a viso aperto significa guadagnarne la fiducia e, spesso, preziosi suggerimenti. Le critiche, anche quando dure, sono testimonianza di affetto e attaccamento al brand, oltre che spesso utili. Gli attacchi sterili, quando ci sono, tendono invece a restare inascoltati dalla community, che immediatamente sviluppa gli anticorpi per respingere il “Troll” di turno.
7) Siate onesti – In caso di crisi, avere una voce e un volto online può rivelarsi la vostra salvezza a patto che parliate attraverso il blog con onestà e schiettezza. Indipendentemente da quanto le cose vanno male, questo comportamento restituirà “punti” preziosi all’immagine della vostra azienda.
Manca solo il consiglio su come consigliarlo al proprio capo: 4 mesi che ci penso, ma non ne sono ancora arrivato a capo. Magari gli faccio leggere sto post…
caro baldo,
per quello ci vuole un post a parte 🙂
Ciao baldo,
non sei l’unico ad avere questo problema;)
Il fatto è che un Corporate Blog non può essere presentato alla “direzione aziendale 1.0” senza un buon progetto ed una strategia che lo sostenga e ne garantisca la continuità (magari con anche qualche grafico a torta ed indicazioni sul ROI).
… è ironia, naturalmente.
Avere contatti con imprenditori illuminati è da considerarsi una grande fortuna.
Chi di voi è così fortunato?