La distanza si misura in immagini. Il tempo e i chilometri si comportano di conseguenza. La distanza si colma spalando come letame vecchi e inutili ricordi all’andata. E poi si copre ancora, inspirando aria fresca sulla via del ritorno.
Nel mezzo è vita. Esperienza vissuta un passo alla volta. Un sorriso alla volta. Volendo, anche mettendo in fila qualche lacrima. Sullo sfondo una terra rossa, rovente di sole, che toglie il fiato per la sua crudele bellezza. A volte sovrastata da mura bianche e assolute. Più spesso, arata con pazienza, dominata con sacrificio, amata di un amore che i suoi frutti sanno ricambiare.
Con il vino ad esempio. Un vino forte, diretto, poco propenso agli inganni. Che ti mette in guardia al primo sorso, ma che sa anche accompagnarti con fermezza verso l’oblio, se questo è ciò che desideri. E poi la carne, che sa di carne. Segnata dalla griglia. Cotta con sapienza e qualche espediente poco ortodosso. E poi il pane, da intingere nei sughi tirati con il whiskey, il pane da spezzare con gli amici.
Già, gli amici. Quelli che conosci da un giorno e ti sembra di conoscere da sempre. Quelli che ti accolgono come sei, che non fanno domande ma ti lasciano parlare, che sanno ascoltare e sorridere. Che non danno risposte, ma raccontano storie a loro volta. Quelli che, come la loro terra, sanno accoglierti a braccia aperte. Forse perché non l’hanno mai lasciata. Perché sono ancora i suoi figli.
Così come lo è chi conosci da tanto, ma non sapevi di conoscere così bene, e non immaginavi potesse tenderti la mano. Spendere parole e ragionamenti, farti da specchio. Assestare di sorpresa, con mestiere e precisione, quel montante al mento di cui avevi bisogno. Mandarti al tappeto. E che poi sa sorridere mentre ti guarda rialzarti, finalmente lucido. Finalmente libero.
E poi la musica, sempre diversa e sempre presente. Che scandisce il ritmo delle parole, l’accendersi e spegnersi delle sigarette, il tintinnare delle bottiglie e delle risate, i balli improbabili.
E poi il mare, quel mare splendido che era stato mio, che credevo di aver perso per sempre e che ora ho ritrovato. Ritrovandomi. Quel mare così difficile da fotografare, perché nessuno scatto riesce a contenere davvero le emozioni che ti suscita. Perché luci e colori da soli non bastano. Come l’amore, del resto.
I giorni e le notti pugliesi sono passati in fretta. I giorni e le notti pugliesi sono durati per un tempo che sembrava infinito. Sono un solco profondo tra me il mio passato. Sono il nastro di partenza da cui ricominciare a correre.
Grazie.
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Dedicato a Emiliano, Gemma, Jay, Luca, Marileda, Viviana, Marina, Roberto, Marilla.
Grazie per la dedica d’amore alla “mia” terra…
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