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In Apulia Veritas

La distanza si misura in immagini. Il tempo e i chilometri si comportano di conseguenza. La distanza si colma spalando come letame vecchi e inutili ricordi all’andata. E poi si copre ancora, inspirando aria fresca sulla via del ritorno.

foto (9)Nel mezzo è vita. Esperienza vissuta un passo alla volta. Un sorriso alla volta. Volendo, anche mettendo in fila qualche lacrima. Sullo sfondo una terra rossa, rovente di sole, che toglie il fiato per la sua crudele bellezza. A volte sovrastata da mura bianche e assolute. Più spesso, arata con pazienza, dominata con sacrificio, amata di un amore che i suoi frutti sanno ricambiare.

Con il vino ad esempio. Un vino forte, diretto, poco propenso agli inganni. Che ti mette in guardia al primo sorso, ma che sa anche accompagnarti con fermezza verso l’oblio, se questo è ciò che desideri. E poi la carne, che sa di carne. Segnata dalla griglia. Cotta con sapienza e qualche espediente poco ortodosso. E poi il pane, da intingere nei sughi tirati con il whiskey, il pane da spezzare con gli amici.

Già, gli amici. Quelli che conosci da un giorno e ti sembra di conoscere da sempre. Quelli che ti accolgono come sei, che non fanno domande ma ti lasciano parlare, che sanno ascoltare e sorridere. Che non danno risposte, ma raccontano storie a loro volta. Quelli che, come la loro terra, sanno accoglierti a braccia aperte. Forse perché non l’hanno mai lasciata. Perché sono ancora i suoi figli.

Così come lo è chi conosci da tanto, ma non sapevi di conoscere così bene, e non immaginavi potesse tenderti la mano. Spendere parole e ragionamenti, farti da specchio. Assestare di sorpresa, con mestiere e precisione, quel montante al mento di cui avevi bisogno. Mandarti al tappeto. E che poi sa sorridere mentre ti guarda rialzarti, finalmente lucido. Finalmente libero.

E poi la musica, sempre diversa e sempre presente. Che scandisce il ritmo delle parole, l’accendersi e spegnersi delle sigarette, il tintinnare delle bottiglie e delle risate, i balli improbabili.

E poi il mare, quel mare splendido che era stato mio, che credevo di aver perso per sempre e che ora ho ritrovato. Ritrovandomi. Quel mare così difficile da fotografare, perché nessuno scatto riesce a contenere davvero le emozioni che ti suscita. Perché luci e colori da soli non bastano. Come l’amore, del resto.

I giorni e le notti pugliesi sono passati in fretta. I giorni e le notti pugliesi sono durati per un tempo che sembrava infinito. Sono un solco profondo tra me il mio passato. Sono il nastro di partenza da cui ricominciare a correre.

Grazie.

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Dedicato a Emiliano, Gemma, Jay, Luca, Marileda, Viviana, Marina, Roberto, Marilla.

Love in a digital age, in viaggio verso la sesta Venice Session rileggendo de Kerckhove

Oggi si parte per Venezia in attesa di assistere domani – questa volta in veste di ospite – alla sesta Venice Session. Il titolo dell’evento, più che mai intrigante, è “Love in the Digital Age”, e questa è la breve presentazione:

In che modo la Rete trasforma le relazioni umane, l’amicizia, il networking, i sentimenti e il business? Come siamo cambiati e come cambieremo? Sono le domande cui Venice Sessions risponderà durante l’incontro, a porte chiuse, organizzato in collaborazione con Nòva.

Per un caso fortuito (o forse proprio perché sono sul pezzo :)) lo scorso giugno ho avuto il piacere di intervistare Derrick de Kerckhove, direttore del McLuhan Program in Culture and Technology, e chiedergli tra le altre cose come cambia il significato della parola “amicizia” ai tempi di Facebook. Vi ripropongo di seguito l’inizio dell’intervista, ancora più che mai attuale, e che se volete potete leggere per intero su ilsole24ore.com:

«Oggi parole importanti come “amicizia” e “amico” non indicano lo status effettivo di una relazione, ma le sue potenzialità ancora tutte da esplorare», un futuro possibile che non si è ancora verificato. Derrick de Kerckhove, direttore del McLuhan Program in Culture and Technology, docente e sociologo di fama internazionale, sorride divertito mentre spiega come l’avvento dei social network, e in particolare di Facebook, stia modificando radicalmente il nostro modo di intendere i rapporti sociali, così come il significato che diamo alle parole usate per descriverli.

«Certo – chiarisce – l’avvento di internet e dei network sociali ha indubbiamente il merito di aver portato una certa effervescenza nei rapporti interpersonali, aiutando a socializzare persone che altrimenti sarebbero restate chiuse in casa, consentendo ad altre di trovare l’anima gemella e creare legami nuovi». Ciò non toglie che, proprio a causa di Facebook, l’idea stessa di amicizia stia cambiando nel nostro sentire: in passato, almeno nel suo significato più nobile, il termine identificava una relazione stabile, basata sulla fiducia costruita in anni di consuetudine. Oggi è quasi una promessa: quando un utente di Facebook ci chiede di aggiungerlo agli amici, spesso è solo l’inizio di un rapporto umano tutto ancora da costruire”.

Cambia il modo di vivere e intendere le relazioni. Cambia la maniera in cui vengono create e fruite le informazioni.

Continua a leggere su ilSole24ore

Derrick de Kerckhove e l’amicizia ai tempi di Facebook (aggiornato)

UPDATE: l’articolo è disponibile anche online sul sito de IlSole24Ore

Oggi sul Nova24 – IlSole24Ore, pag.9, c’è una mia intervista con il sociologo canadese, direttore Programma McLuhan in Cultura e Tecnologia. Riporto qui l’attacco del pezzo per invogliarvi alla lettura:

«Oggi parole importanti come “amicizia” e “amico” non indicano lo status effettivo di una relazione, ma le sue potenzialità ancora tutte da esplorare», un futuro possibile che non si è ancora verificato. Derrick de Kerckhove, direttore del McLuhan Program in Culture and Technology, docente e sociologo di fama internazionale, sorride divertito mentre spiega come l’avvento dei social network, e in particolare di Facebook, stia modificando radicalmente il nostro modo di intendere i rapporti sociali, così come il significato che diamo alle parole usate per descriverli.

Come sempre, sono graditi i feedback.