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LeWeb 2008 recap /2

Le mie considerazioni a caldo (si fa per dire) su tono e livello di LeWeb08 le trovate nel post precedente. Prima di segnalare gli interventi meglio riusciti del secondo giorno, segnalo il dolente post di Loic e Geraldine Le Meur, dove i due organizzatori della Kermesse si scusano per le (molte) cose andate storte.

Era nell’aria: tutte le persone che ho incontrato mentre ero a LeWeb si sono lamentate dell’organizzazione e, leggendo oggi il mea culpa di Le Meur, avevano ben ragione.

Detto questo, il problema più grave mi sembra sempre e comunque la distanza qualitativa che separa i talk di quest’anno da quelli, davvero notevoli, dell’anno scorso.

In ogni caso, lascio giudicare voi: ecco una selezione dei talk a mio avviso più interessanti tenuti sul main stage durante il secondo giorno:

1) Marc Canter, CEO Broadband Mechanics, modera da par suo un panel con nomi di tutto rispetto: c’è David Glazer, Director of Engineering per Google; Jeff Hansen, General Manager responsabile Services Strategy per Live Mesh (Microsoft); Dave Morin, Senior Platform Manager sul libro paga di Facebook; David Recordon di SixApart e Max Engel di MySpace.
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2) Bello è appassionante l’intervento di Chris Anderson (non il direttore di Wired ma l’omonimo Curatore della Technology Entertainment Design Conference) sulla “connettività globale” e il futuro dei bambini.
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3) Marissa Mayer, vice presidente della divisione Search Products and User Experience di Google, presenta al pubblico di LeWeb le Zeitgeist di Google per il 2008 e parla del futuro prossimo del motore di ricerca più usato al mondo.
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4) Assolutamente imperdibile è il video con la performance on stage di Gary Vaynerchuk (Wine Library TV.com), forse il più inconsueto, irriverente e divertente Sommelier mai comparso in video, salito agli onori della cronaca grazie (come al solito) al usccesso ottenuto on line. Il filmato consta di due parti: nella prima viene intervistato da Loic Le Meur, mentre nella seconda dà vita una puntata live del suo programma dedicato ai produttori di vino.
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5) LeWeb 2008 si chiude con il palco gremito di volti noti e notissimi della blogosfera. E’ la gang di Dan Gillmore (Arrington, MacLeod, Le Meur, Scoble, Searls, Canter), che dà spettacolo live e delizia gli astanti con qualche dura contrapposizione.
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LeWeb 2008 recap /1

Come già le precedenti edizioni, anche LeWeb08 si configura come l’evento su Internet e web 2.0 più importante organizzato ad oggi in Europa.

Precisiamo: la qualità di talk, tavole rotonde e keynote non è superiore per esempio a quella offerta dalla WebExpo della O’Reilly Media, e anzi quest’anno mi sembra vagamente sottotono. A fare la vera differenza sono il numero di “personaggi” partecipanti e la facilità con cui è possibile raggiungerli, parlare con loro, intervistarli.

L’evento organizzato da Le Meur supera insomma gli altri soprattutto perché riesce a riprodurre off-line i meccanismi del social networking.

Ciò detto, riassumo (molto) schematicamente gli interventi che mi sono sembrati più rilevanti per dare un’idea di cosa si è parlato. Includo un link al video originale, per coloro che conoscono l’inglese e desidarno approfondire.

Prima però è bene ricordare che anche qui, come già alla Berlin Web2.0 Expo di fine ottobre, la parola “crisi” è stata forse il termine maggiormente ricorrente. La novità rispetto a Berlino è che ora tutti sembrano d’accordo nel dire che il peggio deve ancora venire, e lo farà proprio nel 2009.

C’è poco da stare allegri.

Di seguito gli interventi a mio parere più rilevanti:

1) Dan’l Lewin, Corporate Vice President for Strategic and Emerging Business Development di Microsoft, ha raccontato BizSpark, progetto in virtù del quale l’azienda di Redmond offre ad alcune selezionate startup tre anni di fornitura software gratuita.

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2) David Weinberger, co-autore del Clutrain Manifesto, affronta da par suo il delicato tema di come cambia la leadership nell’era del web2.0: cita anche (ed ovviamente) il “caso Obama” ed il ruolo che i social network hanno avuto nella sua comunicazione online.

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3) Intervistato da Loic Le Meur, Nikesh Arora, President, EMEA Operations e Vice President di Google UK, si accontenta ricordare che Google offre sostegno all’innovazione e anche l’azienda madre del motore di ricerca più usato al mondo è nata in un periodo di vacche magre. Un incoraggiamento per i presenti tentato ma non riuscito, visto che di Google oggi ce n’è, e ce ne può essere, uno solo.

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4) Amit Kapur, Chief Operating Officer di MySpace, annuncia tra loe altre cose una il prossimo arrivo di una MySpace Toolbar, strumento pensato per rendere meglio fruibili alcune funzionalità disponibili agli utenti del social network.

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5) Altro intervento interessante è stato quello di Linda Avey, co-fondatrice di 23AndMe, azienda famosa nel mondo per aver creato un Kit fai da te con cui rilevare il proprio DNA, spedirlo e ricevere in cambio informazioni relative alla propria salute. La notizia è che il servizio si espanderà presto in altri paesi oltre all’America.

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6) Merita ovviamente menzione anche l’inedito intervento dello scrittore Paolo Coelho, il quale ha raccontato la sua scelta di diffondere gratuitamente alcune sue opere in Internet via Bittorent. “Share to get revenue” dice Coelho, secondo cui l’aver condiviso parte delle proprie opere online non ha danneggiato ma anzi incrementato le vendite dei suoi libri.

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Web2.0 expo 2008, la parola a Martin Varsavsky

Qui alla web2.0 expo di Berlino il secondo giorno è trascorso tranquillo come il primo. Tranquillo perché, a conti fatti, non si può dire ci sia molto pubblico. Colpa della crisi, probabilmente, che oltre ad essere un tema assai ricorrente nei keynote visti in questi due giorni, deve infine avere inciso pesantemente sul numero di partecipanti.

La crisi, dicevo, della quale oggi è tornato a parlare Martin Varsavsky, imprenditore argentino fondatore e CEO di FON, che in una breve chiacchierata con Tim O’ Reilly si è simpaticamente preso gioco di coloro che oggi, nella Silicon Valley, gridano alla catastrofe come se essa fosse un fulmine a ciel sereno. “Chi sa guardare lontano ha visto la tempesta arrivare almeno un anno prima che, ad esempio, Sequoia Capital iniziasse a dare l’allarme”.

L’incapacità di prevedere l’andamento del mercato almeno nel medio termine, dunque, non è un difetto proprio solo del management italiano. Così come non lo è la pessima abitudine di investire precipitosamente e con leggerezza mucchi di denaro nel business del momento, salvo poi tirare precipitosamente i remi in barca quando le cose vanno male e l’investimento si rivela incauto.

Commenta infatti Varsavsky: “In certi periodi il mercato si rende disponibile ad investire ‘ridicole’ (perché eccessive ndr) quantità di denaro e periodi in cui invece ridicole sono le ragioni per le quali si rifiutano di farlo”.

Insomma, l’ottimismo dissennato di qualche anno fa viene ora travolto da una crisi che comunque è fisiologica e investe tutti i settori, non solo la web industry. Questo fa sì che gli investitori reagiscano eccedendo nel senso opposto e chiudendo i cordoni della borsa. “Se dovessimo lanciare oggi FON – aggiunge infatti Varsavsky –, oggi non troveremmo mai i soldi per farlo. E i risultati di FON ci dicono chiaramente che sarebbe un’occasione persa”.

Il talk si è concluso con una nota interessante sull’uso che gli utenti fanno dei router Fon. Esistono infatti sostanzialmente due modalità principali per fruire FON, dove una consente di condividere semplicemente la connessione con gli altri per “fare del mondo un posto migliore” e l’altra invece permette di guadagnare denaro condividendo con altri l’accesso in rete.

Secondo quando rivelato da Varsavsky, il popolo più “altruista” (più disposto a condividere gratuitamente la connessione) è quello dei giapponesi. Poi ci sono i tedeschi che, ad esempio, condividono per risparmiare sui costi di accesso e, (ovviamente) gli americani, che invece sono più portati ad usare FON per fare business e guadagnare.

Verso la Web2.0 Expo 2008 di Berlino

Dal 21 al 23 ottobre Berlino torna ad essere anche quest’anno capitale europea della nuova Rete ospitando la Web2.0 Expo.

Per tre giorni la grande macchina organizzativa di Tim O’Reilly accoglierà infatti nel Berliner Congress Center di Alexanderstraße decine di relatori, europei e non, accorsi per intervenire su temi divisi in quattro principali categorie: Strategy & Business Models; Marketing & Community; Development; Design & User Experience.

Personalmente, segnalo fin d’ora almeno quattro interventi che intendo assolutamente seguire nei giorni della kermesse e dei quali cercherò di dar conto sul blog:

1) The Emerging Business Risks of Web 2.0 Models – Drew Bartkiewicz;

2) Niche Online Social Networks FTW – Lee Bryant

3) The Truth about Social Network Advertising (The One VCs Don’t Wan…) – Scott Rafer

4) Marketing to Online Communities: Lessons from Early Adopters – Jeff Bates

Insomma, ci vediamo lì .

Per saperne di più:

Il programma della Web2.0 Expo 2008 di Berlino