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Next11 is (almost) here

Today I’m leaving for Berlin where tomorrow I’m attending the Next Conference 2011 together with my friend Luca Sartoni.

The programme of speeches and panels is huge and the topics are fascinating, so I’ll try to follow as much sessions as possible while making a few interviews for Nova24, L’Espresso and Lettera43.

Few months ago I wrote about this interesting event and published a short audio-interview with Martin Recke, Head of Conference Management, who gave me all the insights to the confererence (you can find the podcast here).

As I wrote back then:

We’re living surrounded by huge amounts of data, and still a lot more will come as Governments and Institutions will eventually release online tons of public data sets.

Are you ready to take you chance and build over them the next worldwide successful business?

If you are, let’s meet tomorrow at Next11 in the beautiful city of Berlin.

Next ‘11 – Let’s share the “Data Love” in Berlin

next_conference_2011_data_loveIn May I’m going to Berlin where Martin Recke and his staff have kindly invited me to attend the Next  Conference 2011.

I met Martin in Paris, where I’ve asked him a pair of questions about the event and the very topic of this year, which is “Data Love”. The result is a 2:40 audio-interview whick you can listen to further in this post.

Here’s an abstract:

The main topic of the coming event in Berlin is “Data Love”: as we see everyday, there’s a lot of data created this days and the real challenge is to develop out of them services and products for consumer. In Germany there’s been a lot of discussion over data protection and privacy, and we sense a lot of fear in the market over these topics. What we want to do is to put everything in a positive view and to focus more on the opportunities.

We’re living surrounded by huge amounts of data, and still a lot more will come as Governments and Institutions will eventually release tons of public data sets.

Are you ready to take you chance and build over them the next worldwide successful business?

Let’s talk about this and more in Berlin on May the 17th and 18th.

More info here and here

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Web2.0 Expo 2008 di Berlino, l’intervento di Saul Klein

“E’ morto il Papa, evviva il Papa!”. Ieri ascoltavo la divertente presentazione di Saul Klein, Venture Capitalist CEO di Seedcamp, e mi è venuto inevitabilmente in mente il vecchio adagio secondo cui, per un ciclo che si chiude, se ne apre fortunatamente subito un altro.

Anche Klein, infatti, come già Martin Varsavsky o lo stesso Tim O’Reilly prima di lui, ha preso la parola per dire che sì, le cose vanno male ma tutto sommato ce la possiamo ancora cavare.

Il suo intervento si intitolava “Some thoughts on the european venture scene” e, pur dipingendo con gustosa ironia uno scenario di settore devastato dalla crisi economica, si è rivelato divertente ma un po’ ovvio. Vediamone tuttavia insieme i passaggi principali:

1) la situazione è grave, ma non è la prima volta che la tempesta si abbatte sui mercati. Basta dare un’occhiata ai dati per capire che la mazzata presa in occasione della “Bolla” nel 2001 era stata ben più pesante (Klein scrive: “We’ve fallen from greater heights”).Insomma, non disperate;

2) molte aziende oggi di grande successo, come ad esempio Apple o Microsoft, hanno iniziato la loro attività in un periodo di depressione economica. Ci sono ottime probabilità che accada ancora;

3) similarmente, molti dei marchi vincenti nel web attuale (Youtube, Mysql, Facebook e lo stesso Skype, che Klein ha contribuito a creare), sono emersi proprio dopo la famigerata “Bolla”, quanto tutto sembrava ormai perduto;

4) oggi internet è sei volte più grande che nel 2001 ed il modo in cui trascorriamo il nostro tempo navigando il web è cambiato in modo radicale grazie al successo dei social networks. La rete stessa è cambiata grazie alla crescita ed alla diffusione di tecnologie e piattaforme open source. La quantità e la qualità delle risorse gratuite oggi a disposizione dei giovani imprenditori erano impensabili solo otto anni fa. Un diverso “enviroment” in cui le opportunità di “rinascere” sono ben maggiori che in passato;

5) In Europa – aggiunge infine Klein con mio grande stupore – ci sono ancora molti soldi che aspettano di essere investiti.

Riassumendo, la crisi c’è, è grave, e di certo non è finita, ma in questo contesto c’è ancora grande spazio per le startup che abbiano un prodotto forte, innovativo ed originale. A patto che seguano le seguenti, semplici indicazioni:

– focus, don’t panic;
– bootstrap like crazy;
– make products people want;
– get paying customers;
– Cut costs. Get to break even;
– Raise enoug capital. Stay Strong.

Niente di innovativo, insomma, eppure in tempi come questi anche il semplice buonsenso diventa oro colato.

Perché adottare i social software nelle aziende

“Ci sono aziende che hanno capito quali vantaggi si possono trarre dall’adozione dei social software e ne traggono vantaggio. Allo stesso modo ci sono aziende che invece non riescono a capirlo e si faranno assai male”.

– Tim O’Reilly

(In diretta dalla tavola rotonda con blogger in corso alla web2.o expo ’08 di Berlino)

Web2.0 Expo 2008 di Berlino, Tim O’Reilly dixit

I keynote di Tim O’Reilly risultano sempre assai efficaci. L’imprenditore americano sa infatti bene come coinvolgere la platea fornendo idee, dati, spunti per comprendere “come dovremmo usare la forza del web 2.0”, per citare il tema centrale alla web2.0 expo di quest’anno.

Nella sostanza, durante il suo intervento O’Reilly ha sottolineato come “il web oggi abbia incontrato il mondo reale” o, meglio, si sia scontrato con esso in un momento di grave crisi che tuttavia non può essere definita “una bolla”. Almeno, non nel senso che siamo abituati a dare alla parola a partire dal 2001.

La bolla c’è e sta scoppiando, certo, ma non è più quella della New Economy. E’ una “reality bubble”, è il mondo reale che implode attraversando una crisi che ovviamente si riflette su tutto, anche sulla web industry.

E’ una tragedia? Forse no. O’Reilly ricorda infatti che periodi oscuri come questo sono ciclici e fisiologi in ogni contesto economico. Che sono anzi utili, perché favoriscono la caduta dei “rami secchi” e, dopo la tempesta, il consolidamento del settore.

La via d’uscita dalla crisi è forse lunga, ma di certo – sostiene sempre O’Reilly – passa attraverso una “strategia robusta” basata essenzialmente su due principi:

1) “work on stuff that matters” (e qui O’ Reilly elenca una lunga serie di esempi consistenti in siti e piattaforme web2.0 con finalità tutt’altro che ludiche tra cui Insteed.org, Amee.cc, Wattzon.org, Omydar,net e molti altri);
2) “create more value than you capture”.

Insomma, I tempi sono duri ma questa non è la fine. Ci troviamo anzi difronte ad una grande sfida che deve essere letta come una grande opportunità.

Per ora mi sembra tutto: ricordo soltanto che stamani ho avuto la possibilità di intervistare Mr O’Reilly insieme a Intruders TV Italia. In 20 minuti il web guru americano ha risposto a ben 9 domande che, di qui a breve, diventeranno un pezzo e una video intervista.

Stay tuned!