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In breve: il rapporto Brands & Social Media premia Vodafone; in arrivo a settembre Techcrunch Italy

Due segnalazioni interessanti giunte oggi e che vi rigiro prontamente:

1) E’ stato pubblicato un report riguardante il settore “Servizi Energetici e Telecomunicazioni” a cura dell’osservatorio “Brands & Social Media. Osservatorio su 100 aziende e la comunicazione sui social media in Italia”. Dietro lo studio OssCom, Centro di ricerca sui media e la comunicazione dell’Università Cattolica, e Digital PR, agenzia di consulenza e strategie di comunicazione online. La sintesi:

Nel report vengono analizzate le attività di comunicazione corporate sui social media delle 20 principali compagnie di fornitura energetica e servizi di telecomunicazioni rivolti al mercato consumer in Italia. La ricerca ha permesso di stilare una classifica delle aziende selezionate che hanno attivato forme di comunicazione sui social media.

Si tratta del settore, fra quelli analizzati, complessivamente più attivo sui social media: il 90% delle aziende ha almeno un profilo sui social media. Rispetto all’uso dei social network, al primo posto si colloca YouTube seguito da Twitter e Facebook. Sulle 18 aziende che hanno almeno un profilo sui social network, infatti, 15 aziende hanno un profilo su YouTube, 13 su Twitter e 11 su Facebook. I blog confermano la loro presenza ridotta ma costante con 3 corporate blog analizzati. Si tratta di un settore molto vitale anche per la presenza su altri social network: diverse aziende hanno presenza ufficiali su LinkedIn, Flickr, Foursquare ma anche Google+ e Pinterest.

Leader della classifica è Vodafone Italia i cui profili sono caratterizzati da continuità nelle gestione e differenziazione: Facebook è il luogo della presentazione di prodotti, notizie, eventi; Twitter divulga le notizie provenienti dagli altri canali ma è soprattutto il luogo del customer care; YouTube raccoglie i video, non solo spot pubblicitari ma anche quelli realizzati durante eventi sponsorizzati e manifestazioni. Seguono poi nei primi cinque gradini della classifica TIM, 3Italia, Enel e Wind. Anche queste aziende attuano una strategia multipiattaforma intensiva puntando su un’elevata frequenza di aggiornamento dei profili a cui si accompagna una notevole interazione da parte degli utenti.

Per approfondimenti potete dare un’occhiata qui. Disponibile anche una bella infografica.

2) Populis e TechCrunch inaugurano a Roma (Globe Theatre di Villa Borghese), il 27 settembre 2012, la 1a edizione di TechCrunch Italy:

Dopo il successo dei TechCrunch Disrupt nelle capitali dell’innovazione mondiale, TechCrunch Italy porta per la prima volta in Europa un format inedito, pensato per poter incontrare da vicino innovatori e protagonisti dell’evoluzione del web, osservando i trend che guidano il cambiamento in corso da un punto di vista d’eccezione. Nel corso di una giornata di keynotes, conferenze e pitching in inglese con le startup più interessanti nel panorama tech italiano, si aprirà un dibattito con speaker del calibro di Steve Chen, Co Founder di YouTube, Mike Butcher, Editor, TechCrunch Europe, Riccardo Zacconi, Founder di King.com, Jon Bradford, Founder, Ignite100 e altre voci eccezionali da aziende che sono diventate veri e propri fenomeni del web.

TechCrunch Italy nasce dalla collaborazione tra Populis – una delle digital media technology company a maggiore crescita in Europa fondata da due partner italiani, Luca Ascani e Salvatore Esposito, e TechCrunch la “Bibbia” dell’informazione tecnologica online a livello mondiale. La selezione delle startup è curata da Mind The Bridge, la Fondazione non profit californiana creata da Marco Marinucci che individua ogni anno le idee di business più innovative sulla scena italiana.

Interview with MG Siegler (Techcrunch) on journalism, professional blogging and Wikileaks disruptive effects

While in Paris for LeWeb, I had the chance to interview MG Siegler, who is a writer for the technology blog Techcrunch where he covers the web, mobile, social, big companies, small companies and much more.

The audio interview is divided into two parts: in the first one, he talks about his job as a hitech blogger at Techcrunch and how challenging is to create meaningful contents in the real-time web era.

In the second part I ask him what he thinks about Wikileaks and the way big players like Amazon or PayPal got rid of Julian Assange’s web site, rising a simple but vital question:

Who does really own (and so control) the Internet?

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Twitter è il moderno Walter Cronkite

MG Siegler su Techcrunch:

Mi rendo conto del fatto che ci sono molte persone che giudicano Twitter una cosa stupida che di certo non può valere un miliardo di dollari. Proviamo però a fare un passo indietro e a mettere le cose in un altro modo: per quel che può valere, quando io uso la parola “Twitter”, le do lo stesso significato che ha per il mio collega Steve Gillomor: non mi riferisco a un brand, perché per me significa “realtime web”.

Non importa che metodo usiamo per disseminare l’informazione, quel che conta davvero è che questa disseminazione è in corso.

E questo è il futuro.

Ciò detto, è inutile negare che al momento Twitter – lo strumento – è il canale migliore per consumare le notizie in questo nuovo modo. E’ il Walter Cronkite dell’informazione in tempo reale. E quando il prossimo grande evento avrà luogo, un numero crescente di noi sceglierà di accendere il computer (invece che la tv n.d.r.) per scoprire cosa sta accadendo. Così come saranno ancora di più in occasione dell’evento successivo.

Perché è cosi che va il mondo.

(Link)

Mike Butcher (Techcrunch) commenta la crisi tra Associated Press e bloggers

Come forse molti di voi già sanno, l’americana Associated Press ha recentemente dichiarato guerra alla Rete minacciando di denunciare (e in alcuni casi denunciando) chiunque citi più di quattro parole dai suoi contenuti senza pagare per i diritti.

Nel farlo, la potente AP ha anche fornito tanto di tabella con prezzi e costi variabili a seconda dell’ampiezza e del contesto in cui avviene la citazione.

La reazione della Rete, blogger in testa, è stata (ovviamente) di condanna immediata ed unanime. Una vera e propria rivolta guidata dall’autorevole e seguitissimo blog americano Techcrunch che, rendendo pan per focaccia alla AP, ha subito eliminato qualsiasi link a contenuti dell’agenzia di stampa internazionale dalle sue (trafficatissime) pagine invitando i blogger a fare altrettanto.

Durante l’evento Techgarage, ho incontrato a Roma l’editor di Techcrunch UK Mike Butcher al quale ho chiesto un riepilogo della situazione nonché il suo personale giudizio sull’intera faccenda. La sua risposta (in inglese) la trovate chiara e graffiante nel breve video visibile di seguito cliccando su “Continua”.

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